Il neologismo “ecolavori” o “lavori verdi”, dall’inglese green jobs, entra nel dizionario internazionale a seguito di un discorso dell’allora neo eletto presidente statunitense Barak Obama. Fu lui il primo a parlare pubblicamente della Green Economy, intendendo l’indotto occupazionale derivante da tutte quelle attività produttive che contribuissero alla salvaguardia ed al ripristino della qualità ambientale.
Oggi, secondo il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), l’Organizzazione Internazionale dei Datori di Lavoro (IOE) e la Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC), si definiscono “lavori verdi” tutti quei lavori «che aiutano a proteggere e ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità; a ridurre il consumo di energia, risorse e acqua, attraverso strategie ad alta efficienza o di risparmio; a rendere l’economia meno dipendente dal carbonio; a minimizzare o a evitare la creazione di ogni forma di rifiuto e inquinamento» (UNEP, ILO, IOE, ITUC, Green Jobs- Towards Decent Work in a Sustainable, Low-Carbon World, 2008, 36 in http://www.adapt.it, Indice A-Z, voce Green Jobs).
Nel concreto i green jobs sono quell’insieme di lavori che impiegano persone in tutte le attività connesse allo sviluppo di fonti di energia alternativa come l’energia solare, eolica, al trattamento dei rifiuti, all’agricoltura biologica, le biotecnologie sostenibili, la difesa dei suoli e valorizzazione delle acque o al turismo sostenibile solo per fare alcuni esempi.